lunedì 31 marzo 2008

Primavera!

Complice l’influenza, questa settimana il frigo era una vera desolazione. Un peperone (onnipresente) e una carota…hai voglia te a fantasia…
E dopo una settimana di tosse, CHI avrebbe avuto comunque voglia di mettersi in casa a spadellare??
Temperatura amichevole, nuovi boccioli…i sintomi della primavera ci sono tutti…perfino il nostro tulipano olandese si è finalmente degnato di aprirsi…
La “giornata di sci” è stata tristemente stracciata al ballottaggio dal “giro in moto”, d’altronde si sa che tutti i medici lo raccomandano come cura per la tracheite… ;-)
A poco a poco sto facendo pace con le due ruote - sò ganzi sti motociclisti!
Prima tappa bacino di Suviana - per rifocillarsi con una bella crescentina e una birra…e mentre gli uomini si sbracciavano davanti alla tv per il Moto GP…io vagavo solitaria sul bagnasciuga in preda ai miei deliri fotografici…
Si rimonta in sella alla volta del ridente Comune di Zocca. Anche lì pausa caffé...doverosa dopo tutti quei chilometri e poi dritti (dopo una pausa gelato) verso casa!
La mia settimana di convalescenza è finita...oggi in pausa pranzo si fa la spesa e poi...si ricomincia a stegamare!

PREPARATE LE GANASCE!

venerdì 28 marzo 2008

Primavera?

Il baco dell'influenza ha colpito anche me...
Giusta punizione divina per essermi abbuffata di abbacchio e carciofi il giorno di Pasqua!
Nonostante il gelo polare di questi giorni, i nostri tulipani olandesi hanno trovato comunque il coraggio di mettere fuori la testolina!
Teoricamente dovrebbero essere tulipani blu...aspettiamo fiduciosi!

...alla prossima spadellata!

venerdì 21 marzo 2008

Ich esse gerne Lamm!

Oramai da ottobre, ogni martedì e giovedì frequento un corso di tedesco.
Non riesco ancora ad esprimermi senza sembrare dislessica, ma se si tratta di capire, diciamo che ci azzecco abbastanza. Martedì scorso abbiamo fatto l'ultima lezione sul dativo e non so a seguito di quale volo pindarico, ad un certo punto, l'insegnante – forse in prospettiva della Pasqua - ha rivolto alla classe la seguente domanda “Esst ihr das Lamm?” (o che vu llo mangiate voi l'agnello?)..che col dativo non c'entra nulla.
Al che un coro di “Neeinnnnnn!” scandalizzati si è levato all'unisono...Sara B. ed io ci siam guardate e – pensando alle costolette arrosto...abbiamo risposto: “Ja, ich esse gerne Lamm!!!” (e lo mangio eccome l'agnello!)
...mi son fatta riconoscere anche lì.
Ieri passando in macchina davanti alla stazione ho visto uno di quei cartelli affissi durante la quaresima per dissuadere la cittadinanza dal consumo di carne di agnello. C'è un agnellino parlante che dice “nononono! Non mi mangiare, per favore!” e sotto si nota una macchia rossa non ben definita che mi è subito sembrata una fiamma infernale a me predestinata, considerato che stavo già pensando all'abbacchio di Pasqua con l'acquolina in bocca... fortunatamente non siamo a questi livelli...il fuoco infernale si è rivelato essere soltanto la foto sfocata di un agnellino in corso di macellazione.
Ok. Siamo tutti concordi sul fatto le tecniche di macellazione dell'agnello non siano esattamente un massaggio shiatzu...ma anche i vitelli, i polli e i maiali mica se la ridano più di tanto...
In sintesi perché il carré no e la svizzera sulla griglia o il pollo arrosto si????

Frohe Ostern MIT Lamm!
(Buona Pasqua CON l'agnello!)

Chocolate Decadence (by Annarita - Marble)



picture by Andrea-maestro Jedi
Come dice Annarita "Questo non è un dolce...è il paradiso".

Questo dolce è il mio salva vita in caso di emergenza compleanno o emergenza cena.
Primo perché casualmente ho sempre in casa zucchero, uova e cioccolato fondente, poi perché è veloce, semplice e di sicura riuscita.
L'unico neo è che mi vien sempre brutto perché lo faccio all'ultimo momento, lo sformo troppo presto...e invece andrebbe fatto raffreddare ben bene...ma la bruttura è compensata dalla bontà e dalla golosità cremosa...
Fantastico come dessert anche per un tete à tete...
Un morso di questo dolce scatena pensieri impuri anche nelle menti più candide...

Riporto di seguito la ricetta ripresa pari pari dal sito di Annarita "la cucina di marble" non per pigrizia, ma semplicemente perché è perfetta e non ha bisogno di modifiche o precisazioni.
Date un'occhiata anche alle altre sezioni del sito...questa donna è fantastica! :-*
"Ingredienti:
370 gr cioccolato fondente al 70%
6 uova
250 gr burro
255 gr zucchero
155 ml acqua naturale
un pizzico di sale
Procedimento
in un pentolino a fiamma bassissima far sciogliere nell'acqua 170 gr di zucchero.Appena lo zuccherò sarà sciolto e lo sciroppo avrà preso il bollore aggiungere il cioccolato e il burro a fiamma bassa; far sciogliere la cioccolata ed il burro nello sciroppo mescolando delicatamente fino ad avere una crema omogenea. Levare dal fuoco in modo che perda temperatura e inziare a montare le uova. Aggiungere alle uova intere il rimanente zucchero, un pizzico di sale e iniziare a montare a lungo, fino a che il composto sarà montatissimo e spumoso. Aggiungere lentamente, praticamente a filo e un po' per volta, il composto di cioccolato continuare a montare. Versare composto finale in una tortiera infornare a 180° per circa 45'una volta sfornato non sformare fino a che non sarà freddo.
Il dolce si abbasserà molto, l'interno resta cremosissimo..."

Grazie Annarita per avermi portato sulla strada della perdizione con questa meraviglia!


Buona Merenda (o buon dopo cena...)

giovedì 20 marzo 2008

Tacchi.nio

(Tacchi.nio Baldinellus)

Nome scientifico: Tacchi.nio Baldinellus
Descrizione: di media corporatura, il Tacchi.nio è unico nel suo genere. Con il suo piumaggio casual può essere considerato il più bello del mondo.
Alimentazione:
Nonostante le apparenze il Tacchi.nio è un palato fine. In mancanza di leccornie, si nutre principalmente di granetti, affettati in busta, gelato e scrocchioli. Il tacchi.nio è a rischio di grave sbalzo metabolico se non assume almeno 3-4 volte a settimana pizza+birra rigorosamente presso un pub e non prima delle ore 00.30.
Riproduzione:
Il Tacchi.nio è monogamo. O meglio, è bene che lo sia. La Baldinella (femmina del Tacchi.nio) è estremamente spietata in caso di concorrenza sleale (ma anche leale). I più disparati studi non hanno saputo spiegare quello che la Baldinella può arrivare a fare se tradita, si presume che la reazione sia paragonabile ad un’esplosione atomica. Brandelli sparsi di Tacchi.nii sono stati rinvenuti a seguito di scappatelle.
Il Tacchi.nio utilizza un richiamo caratteristico, altrimenti denominiato “suono-più-fastidioso-del mondo” per attirare a sé le femmine. Caratteristiche inconfondibili del Tacchi.nio in amore sono quelle di raddoppiare le dimensioni del torace in presenza di una femmina della sua specie e assumere un’espressione detta “del lobotomizzato”.
Il nido del tacchi.nio è piccolo, tranquillo, molto caldo e accogliente, dotato di tutti i comfort, di una moto e di una gatta fantastica.
Il Tacchi.nio è una specie in estinzione. Fortunata la Baldinella che se lo piglia.
Comportamento:
Il Tacchi.nio è un tesoro, molto premuroso con la sua femmina.
Fondamentalmente un animale notturno e molto socievole, si raggruppa almeno 3-4 sere a settimana con i suoi simili per giocare a pallavolo, sport del quale non può fare a meno, a patto che non si voglia aver a che fare con la versione adrenalinica e insofferente del Tacchi.nio.
Ha un temperamento pacato ed allegro ma se si inc….sul serio cambia colore e….auguri.

Credits: Image by IlGrandeFrance
ringrazio Francesco per l'aiuto nella classificazione
tassonomica ;-)

mercoledì 19 marzo 2008

Ennesima pietanza salva pranzo.
Con il morale a terra, reduce da un esperimento finito male con wurstel, zucchine e qualcos'altro che ho completamente rimosso, già rassegnata a consumare un pasto “Nicola Style” (granetti e prosciutto), ho deciso di andare sul sicuro: memore della fantastica uva in salsa piccante di Tatiana e in possesso di una intera vaschetta di philadelphia nonché di un vasetto di paprika dolce (troppe le coincidenze, questa pasta era destinata...) in quattro e quattr'otto ho risolto il pranzo, cestinando l'insana poltiglia creata poco prima e asserbando i granetti per i momenti di crisi creativa.

X due persone
Ingredienti:
- Pasta corta
- philadelphia gr 200
- paprika dolce a piacimento
- olio d'oliva

Procedimento: niente di più semplice.
Cuocere la pasta come di consueto.
Scolare e saltare direttamente in padella con la philadelphia (che si scioglierà), un goccio di olio d'oliva e un paio di cucchiai di acqua di cottura per rendere il tutto più cremoso.
Impiattare a aggiungere la paprika a seconda dei gusti.
Per me tanta!
Il gusto è delicato, paprika e philadelphia si sposano (arhg...) perfettamente.
Per chi vuole rendere il gusto un po' più deciso, aggiungere una spolverata di pepe nero!

Buon Appetito

Mojito-Montemurlo 3-1!

OBBRAVI!
e volevo vedere se perdevate contro il ....MONTEMURLO....



la sconfitta brucia...

venerdì 14 marzo 2008

Agretti!


L'idea mi è venuta spulciando il blog qualcosa di rosso.
Apparte le foto fantastiche....
Nella sezione “la spesa di marzo” ci sono gli agretti.
Un flashback pauroso nella mia infanzia. A casa noi li mangiavamo spessissimo!! In più sono verdura di stagione...meglio di così!

Ingredienti
-agretti
-acqua
-sale
-limone
-olio
Procedimento
Pulire gli agretti tagliando via la parte dura. Potete anche evitare, non succede nulla di che, unico inconveniente, vi toccherà togliervi dai denti gli “stecchetti”...
Lessare per una ventina di minuti in acqua salata (io li metto a freddo).
Scolare e condire con olio sale e limone.
Io li ho gustati con i “famosi” granetti di Nico ;-)

Pasta con Peperoni, Olive Nere e Pecorino

Il Piccolo Nicola è un animale strano.
La sua natura lo porta a nutrirsi principalmente di granetti, affettati in busta e pasta all'olio, questo, ovviamente, a patto che non ci sia una donzella a disposta a cucinare per lui.
Il Piccolo Nicola è molto esigente in quanto a cibo. Non mangia pesce, funghi, formaggi fusi e tante tante altre cose. Ma se trova la pietanza che gli piace, allora è capace di mangiarne quintali. Il Piccolo Nicola adora i peperoni cucinati in tutte le varianti concepibili (e non) dalla mente umana, quindi è necessario dare fondo a tutto l'estro possibile per non ricadere nei soliti peperoni grigliati e/o ripieni.
Questa pastasciutta nasce in un giorno triste, un giorno in cui in frigo c'erano soltanto due peperoni gialli, un vasetto di olive nere, un pezzo di pecorino. Quindi, diciamo che non è stato esattamente un lampo di genio, piuttosto una scelta obbligata! In ogni caso, il risultato è stato soddisfacente!
Ingredienti:
- due peperoni gialli
- olive nere a piacimento
- olio di oliva
- sale
- pepe
- scalogno (mon amour)
- pasta (preferibilmente corta).

Procedimento:
Tagliare a listarelle il peperone. Far soffriggere leggermente lo scalogno tagliato fine nell'olio. Unire i peperoni, mezzo bicchiere di acqua, sale e coprire con un coperchio. Cuocere a fiamma viva per circa 20 minuti, fino a far ritirare il liquido, dopodiché far saltare a fiamma viva finchè i peperoni non si abbronzano. Devo dire che stavolta ho ottenuto una cottura soddisfacente. La consistenza era croccante al punto giusto ed il colorito dorato faceva il resto.
Unire le olive nere e schiacciarle leggermente con la forchetta. Abbassare la fiamma e lasciar cuocere per altri 10 minuti.
A cottura ultimata, aggiustare di sale e aggiungere pepe nero a piacimento.Cuocere la pasta, scolarla e farla saltare con i peperoni. Sicuramente sarà necessaria l'aggiunta di un po' di olio, altrimenti rimane tutto troppo asciutto. Impiattare con una spolverata di pepe nero. Infine grattare il pecorino direttamente sul piatto.
Quella che vedete nella foto è una mega scaglia. All'epoca non avevamo grattugia ;-) Mentre buttavo giù sta ricetta mi è venuta in mente un'ipotetica variante. Aggiungere un po' di pangrattato a fine cottura del sughetto, in modo da rendere il tutto più croccante.
Se qualcuno prova mi faccia sapere!

Guten Appetit!

giovedì 13 marzo 2008

Conchiglioni ripieni! (al forno)


Si diceva...le reazioni allo stress psico-fisico possono essere molteplici: qualcuno si mangia le unghie, qualcuno perde i capelli, qualcuno va a correre o magari distrugge qualcosa a mazzate...io spignatto!
Roba da matti. Ma sempre meglio che picchiare qualcuno.
Insomma…era da un po’ che meditavo di fare la pasta al forno ripiena. Non c’è di peggio quando mi prendono queste fittonate…che sia estate, inverno, mezzogiorno o mezzanotte…io devo dare sfogo all’impeto creativo. Grazie al cielo il suddetto impeto è arrivato giusto giusto all’ora di cena…
Questa idea mi ronzava nella testa dall’inizio dell’inverno…l’input iniziale era di fare un qualcosa con melanzane+formaggio, ma dato che al RPBDM (leggasi Rompic…Più Bello Del Mondo) non piace né l’uno, né l’altro, ho optato per un “banale” ragù+besciamella…con un piccolo particolare (quasi) trascurabile…ero sprovvista di latte, quindi la besciamella è stata fatta con l’acqua…
Tempo di preparazione totale 1 ora…oramai lo sapete..le mie ricette sono tutte last minute!
Ingredienti:
- macinato di vitello buono 200 gr (Chianina rules!)
- scalogno
- olio
- sale
- pepe
- noce moscata
- passata di pomodoro (mezza bottiglia standard)
- parmigiano
- burro
- farina
- conchiglioni (gr. 100 per persone normale, gr 200 per le bocchine sante)
Procedimento
Preparare un soffritto leggero con lo scalogno e aggiungere il macinato. Cuocere a fiamma viva per qualche minuto, finché è abbastanza colorito e aggiungere la passata di pomodoro, sale e pepe quanto basta…una bella grattata di noce moscata e una noce di burro.
(Lo so, i puristi del ragù, gli esperti massimi probabilmente inorridiranno. Io ho improvvisato. Non avevo mai fatto il ragù o qualcosa che gli somigliasse e mi è sembrato giusto farlo così.e comunque era BONO!)
Abbassare la fiamma e lasciar cuocere per un’oretta circa per farlo ritirare bene bene e farlo asciugare..yummmm!
Nel frattempo preparare la besciamella. 20 grammi di burro+20 grammi di farina+200 ml di latte. Sciogliere il burro, aggiungere la farina senza che faccia grumi, mischiare bene e aggiungere piano piano il latte. Sempre mescolando. In mancanza di latte, utilizzare una quantità minore di acqua (circa 160 ml…) e abbondare con la noce moscata ;-) credetemi…camuffata con il ragù è buonissima ugualmente!
Cuocere al dente i conchiglioni. Nico ed io avevamo un fame da lupi ed abbiamo esagerato…abbiamo cotto 200 gr di conchiglioni….un suicidio. Direi che per due persone non affette da baco della tenia… sono sufficienti 100 grammi di pasta in due..considerando che i conchiglioni scoppiano di ripieno!
Eccoci alla parte più divertente: riempire i conchiglioni.
A questo punto abbiamo ragù+besciamella+pasta cotta al dente.
Mischiare il ragù con la besciamella e se necessario aggiustare di sale e aggiungere la noce moscata.
Riempire con un cucchiaino i conchiglioni e sistemarli in una pirofila, tutti in fila come soldatini. Versare sopra la besciamella avanzata, qualche fiocco di burro, una bella grattata di parmigiano ed una spolverata di pepe.
Gratinare in forno a 220° C per 15 minuti.
Ecco a voi miss pasta ripiena.
Noi abbiamo fatto quasi indigestione.
E’ buona anche il giorno dopo riscaldata!
Enjoy it!

lunedì 10 marzo 2008

Works in progress

La mia produzione di cibo è direttamente proporzionale all'incaxxxxatura del momento.
E' per questo che durante la scorsa settimana ho prodotto - nell'ordine -tonnellate di:
- brodo di carne
- pasta al forno ripiena
- legumi cotti
- torte
- creme
Nell'attesa di scaricare le foto dalla mia Fedelissima digitale e di postare le ricette, metto qua questa cosa carina che il buon Darius mi ha inviato stamani via mail.

buon lunedì. per quanto possibile

mercoledì 5 marzo 2008

Don't let them take the fight outta you



They'll look you in the eyes and stone you
Then turn and disown you, don't you let them take the fight outta you They'll walk all over your name 'til they find someone else to blame, don't let them take the fight outta you
Secrets hide their lies inside hidden alibis, don't let them take the fight outta you
They put the world on a hook, it's worse every time I look
Don't let them take the fight outta you
I would rather take a punch than not give you a shot
I'd rather find out who you are than who you're not
Should have known better than to mistake business for love
Should have known better than to mistake a fist for a glove
It will be in your honor 'til you're not needed any longer, don't let them take the fight outta you
Don't believe the headlines, check it for yourself sometimes, don't let them take the fight outta you
The lies you live become you, the love you lose it numbs you, don't let them take the fight outta you
They say that you've arrived but that's just a high-class bribe, don't let them take the fight outta you
There's always someone younger, someone with more hunger, don't let them take the fight outta you
They'll say you're the one and only
Then straight up leave you lonely, don't let them take the fight outta you Like a transplant-patient waiting for a donor, don't let them take the fight outta you
Like a half empty balloon after a party in the corner, don't let them take the fight outta you

(Ben Harper)

lunedì 3 marzo 2008

L'isola del Dottor Moreau

Questo romanzo è una chicca per gli amanti del genere.
Edward Prendick rimane vittima di un naufragio nel Pacifico; tratto in salvo da un vascello che trasporta animali esotici, viene “invitato” a seguire Montgomery e il suo strano servitore M’ling su di un’isola di origine vulcanica dove farà la sua conoscenza dell’esimio dottor Moreau –scienziato esperto di vivisezione – e…delle sue creature.
Le scene sono da brivido e infarcite di particolari raccapriccianti, il confine tra uomo e bestia – sempre che ci sia – è labile e facilmente oltrepassabile.
Wells, come al suo solito anticipando i tempi (la pubblicazione è del 1896), focalizza il racconto sul tema attualissimo delle responsabilità etiche e morali dello scienziato davanti al progresso.
Viene da chiedersi se quest’uomo avesse il dono della preveggenza.
Se avete intenzione di leggerlo, armatevi di pazienza: io ho impiegato due mesi per averlo.
Maledetto Moccia.

“Per quanto non speri di perdere completamente il terrore dell’isola, riesco a confinarlo nel fondo della mia coscienza, come una nube lontana, un ricordo e una lieve sensazione di sfiducia.
Ma ci sono momenti in cui la nube s’ingrossa fino ad oscurare tutto il cielo.
Allora mi guardo intorno atterrito e scruto i miei simili
Vedo visi intelligenti e luminosi, altri cupi e pericolosi, altri irresoluti e falsi.
Non trovo un volto che abbia la calma umanità di un essere ragionevole.
Mi sembra che, in tutti, l’animalità stia per avere il sopravvento, temo di dover assistere su scala immensamente più vasta, alla degenerazione dell’isola.
So che è un’illusione; che gli uomini e le donne che vedo intorno a me sono veri uomini e vere donne e che lo saranno per sempre: perfettamente ragionevoli, pieni di desideri umani e di slanci delicati, liberi da bassi istinti, non vincolati da nessuna legge pazzesca, del tutto diversi,insomma, dalla gente dell’isola. Pure li schivo, temo i loro sguardi curiosi, le loro domande, il loro interessamento: desidero vivere lontano da loro e solo.”