Questo romanzo è una chicca per gli amanti del genere.
Edward Prendick rimane vittima di un naufragio nel Pacifico; tratto in salvo da un vascello che trasporta animali esotici, viene “invitato” a seguire Montgomery e il suo strano servitore M’ling su di un’isola di origine vulcanica dove farà la sua conoscenza dell’esimio dottor Moreau –scienziato esperto di vivisezione – e…delle sue creature.
Le scene sono da brivido e infarcite di particolari raccapriccianti, il confine tra uomo e bestia – sempre che ci sia – è labile e facilmente oltrepassabile.
Wells, come al suo solito anticipando i tempi (la pubblicazione è del 1896), focalizza il racconto sul tema attualissimo delle responsabilità etiche e morali dello scienziato davanti al progresso.
Viene da chiedersi se quest’uomo avesse il dono della preveggenza.
Se avete intenzione di leggerlo, armatevi di pazienza: io ho impiegato due mesi per averlo.
Maledetto Moccia.
“Per quanto non speri di perdere completamente il terrore dell’isola, riesco a confinarlo nel fondo della mia coscienza, come una nube lontana, un ricordo e una lieve sensazione di sfiducia.
Ma ci sono momenti in cui la nube s’ingrossa fino ad oscurare tutto il cielo.
Allora mi guardo intorno atterrito e scruto i miei simili
Vedo visi intelligenti e luminosi, altri cupi e pericolosi, altri irresoluti e falsi.
Non trovo un volto che abbia la calma umanità di un essere ragionevole.
Mi sembra che, in tutti, l’animalità stia per avere il sopravvento, temo di dover assistere su scala immensamente più vasta, alla degenerazione dell’isola.
So che è un’illusione; che gli uomini e le donne che vedo intorno a me sono veri uomini e vere donne e che lo saranno per sempre: perfettamente ragionevoli, pieni di desideri umani e di slanci delicati, liberi da bassi istinti, non vincolati da nessuna legge pazzesca, del tutto diversi,insomma, dalla gente dell’isola. Pure li schivo, temo i loro sguardi curiosi, le loro domande, il loro interessamento: desidero vivere lontano da loro e solo.”
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